Arbitraggio

L’arbitraggio nel judo è una cosa essenziale: l’arbitro, durante le gare, sorveglia i judoka per assicurarsi che non compiano azioni scorrette e inoltre può assegnare punti e sanzioni disciplinari.

L’arbitro si serve di gesti e di parole per condurre il combattimento. I judoka sono di fronte l’uno all’altro all’inizio di un combattimento.

L’arbitro li invita a farsi il saluto e poi annuncia “hajime”(cominciate); se vuole interrompere il combattimento dirà “matte”(aspettate); e per chiudere l’incontro dirà “soremade”(finito).

Quando un atleta proietta l’altro nettamente sulla schiena, l’arbitro dirà “ippon”(oppure nel caso di una immobilizzazione di almeno 30 secondi  o se l’avversario  si arrendesse per una leve o strangolamento); l’ippon chiude il combattimento indipendentemente dal tempo trascorso.vittoria

Esiste il caso in cui un judoka proietta in modo quasi perfetto l’avversario, ma non abbastanza da meritarsi l’ippon, in tal caso l’arbitro annuncierà “wazari” (oppure quando l’immobilizzazione dura meno di 30 secondi); due wazari fanno un ippon.

Man mano la tecnica o il tempo di immobilizzazione diminuisce anche il punteggio diventa minore, di fatto se una proiezione non merita il wazari verrà assegnato un yuko(ma non si somma) a sua volta se una tecnica non merita lo yuko verrà assegnato il koka(come lo yuko non si somma).

Quando l’immobilizzazione inizia l’arbitro pronuncia “osae komi”, e per interromperla utilizza “toketa”.

Spesso gli arbitri avvertono prima di ammonire, il mulinello è un chiaro avvertimento all’atleta prima di ammonirlo per il comportamento irrispettoso delle regole(come nel caso non attacchi), dopo un po di sanzioni si può essere .assegna la vittoria

Le sanzioni sono: lo shido, corrispondente al koka; il chui, corrispondente al yuko; keikoku, corrispondente al wazari; la squalifica(hansoku-make) viene assegnata dopo alcuni shido, il numero di shido dipende anche dalle regole infrante.

Alla fine del combattimento l’arbitro assegnerà la vittoria in base al punteggio ottenuto da entrambi; in caso di parità ci si rivolge ad una giuria tranne nei combattimenti a squadre dove non è ammessa parità.

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